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PSICOSOMATIA: IL LINGUAGGIO DEL CORPO E’ LO STESSO LINGUAGGIO DELL’INCONSCIO, CHE SI MUOVE SUL REGIS



Osservare e descrivere il funzionamento del corpo da questo punto di vista significa rintracciare il senso profondo, il linguaggio specifico di ciascun organo che rimanda ad un insieme di significati universali, al di là dell’approccio conoscitivo di tipo quantistico.

Se volessimo fare un esempio, potrei parlare dello stomaco e dei suoi più comuni sintomi che sono la gastrite e l’ulcera.

Per cominciare all’apparato digerente spetta il compito di trasformare, rielaborare e assimilare il cibo, oltre che di eliminare ciò che non deve essere trattenuto.

E’proprio nello stomaco, organo cavo, un contenitore dalle pareti elastiche e per questo capace di accogliere tutto quanto introduciamo, che si esplica la funzione di trasformazione, purificazione ed estrazione dell’essenza dai cibi grezzi.

Operazione che, per analogia, ricorda quella degli antichi alchimisti nei confronti della materia grezza dalla quale estrappolavano la quintessenza col potere purificatore del fuoco.

Pertanto nello stomaco, definito da Paracelso (medico, alchimista, astrologo 1493/1541) l’alchimista, il cibo è sottoposto all’azione dell’acido cloridrico ( un vero e proprio fuoco trasformatore) per liberarsi della forma e per mostrare i principi essenziali che verranno poi assorbiti nell’intestino.

Pertanto lo stomaco rappresenta il centro di ogni trasformazione che consente di evolvere da uno stato all’altro.

Da un punto di vista mitologico abbiamo varie citazioni dell’aspetto trasformativo dello stomaco. Ricordo il mito biblico di Giona che deve la sua trasformazione alla permanenza nel ventre di una balena e la favola di pinocchio, dove l’essere inghiottito dal pescecane permette il ritrovamento del padre e la possibilità di un ritorno nel mondo trasformato nuovamente in bambino. Presso alcune tribù dell’australia e del sud america si possono osservare ancora oggi riti di iniziazione che prevedono un lungo periodo da trascorrere in un luogo oscuro rappresentato dal ventre di un mostro costituito da canne e stracci.

In questi esempi ritroviamo la profonda esigenza dell’uomo di trasformarsi ed evolvere in un processo che può compiacersi solo se l’eroe accetta di scendere simbolicamente, per poi riemergere rinnovato, in una sorta di stomaco universale che tutto mangia e trasforma e nel quale acquista la conoscenza.

L’essere inghiottiti dal mostro simbolicamente rappresenta una prova iniziatica, il processo di purificazione che consente la trasformazione dell’inghiottito ed è il tema mitologico della “discesa agli inferi” (inferno Dantesco, il ventre della balena) dove la risurrezione, ovvero il ritorno al mondo, presuppone un processo di conoscenza interiore.

Nello stomaco gli alimenti si raccolgono e si trasformano per essere assimilati divenendo materia dell’individuo stesso e permettendone la sua crescita.

In questo ambiente la convivenza e l’equilibrio tra le valenze femminili rappresentate dal contenere e accogliere e le forze maschili rappresentate dal fuoco e dalla aggressività dell’acido cloridrico permettono l’evoluzione biologica e psicologica dell’uomo.

Introducendo cibo non ci nutriamo solo dei suoi principi nutritivi, ma anche delle valenze che gli attribuiamo: quali affetto, amore, dolcezza, rabbia o amarezza.

Introdurre un alimento equivale per il nostro psicosoma a diventare quell’alimento stesso e da qui possiamo renderci conto di quanto siano profondamente legati la funzione gastrica col mondo dei pensieri e delle emozioni portando attenzione a certe espressioni verbali che siamo soliti utilizzare: questo proprio non lo digerisco….certo che bisogna avere dello stomaco per comportarsi così….ho un peso sullo stomaco….. mi è toccato ingoiare il rospo….

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