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COS'E' LA TRASGRESSIONE?


La trasgressione (dal latino transgredi) significa oltrepassare un limite che può essere esterno o interno. A noi interessa andare oltre i limiti autoimposti, i limiti dovuti ai propri condizionamenti. Perché trasgredirli dà un senso di libertà, ci aiutano a uscire dalla piccola gabbia di comportamenti ritualizzati e ripetuti che costituiscono gran parte della vita. Anche meditare per un’ora è trasgressivo per una persona che è abituata a meditare per 20 minuti, ha varcato il proprio limite di sopportazione del silenzio…. Questo per fare capire che mi riferisco a trasgressioni in senso generico. In questo senso la quotidianeità non compromette la trasgressione, ma è quest’ultima a farci uscire dalle abitudini che chiamiamo quotidiane. Quando diventiamo coscienti dei gesti, delle parole, delle sensazioni corporee, dei pensieri ecc. che accompagnano la nostra vita quotidiana, ci rendiamo conto quanto siamo telecomandati da una serie di abitudini che, pur essendo nostre, ci fanno sentire estranei alla vita e distanti dai propri sensi. Allora le trasgressioni diventano delle isole nel mare della normalità, dalle quali partire per espandere la coscienza. Per chi è alla ricerca interiore, può ampliare queste isole durante la giornata e rendere i propri comportamenti, pensieri, sentimenti, ecc. sempre meno prevedibili, sempre più liberi. Con il passare del tempo si rende conto che non è tanto una questione di fare qualcosa di diverso, ma di esserci mentre fa quello che si fa. Come si svolgono a grandi linee le meditazioni del tantra kashmiro? Nel tantra kashmiro ci sono tante forme di meditazione, alcune più centrate sulla percezione delle sensazioni corporee, altre sul respiro, altre su visualizzazioni, in alcune si rivolge la coscienza verso l’interno, in altre verso l’esterno, ma tutte hanno un comune denominatore: l’essere coscienti di quello che c’è e il rendere questa coscienza gradualmente più fine e precisa, finché tutto il corpo viene percepito come un fremito costante. Riportando questi concetti nella vita di coppia arriviamo a dire che la conoscenza di sé e dell’altro sembrano a prima vista binari paralleli, ma più ci addentriamo nei meandri del proprio essere, più ci accorgiamo che sono la stessa cosa. La conoscenza di sé aiuta a comprendere meglio l’altro e il conoscere l’altro apre in noi delle porte che prima erano chiuse. Le coppie si formano spesso sul principio della complementarietà, per esempio: lui è coraggioso e poco sensibile, lei è timorosa e sensibile, lui è rimasto figlio di mamma e lei è rimasta figlia di papà, lui si sente facilmente abbandonato dagli altri e lei si sente facilmente invasa dagli altri. All’inizio sembrano così diversi, ma dopo i primi passi si accorgono di essere due lati della stessa medaglia. A questo punto il percorso diventa interessante, perché entrambi escono dalla polarizzazione e si accorgono di portare anche quella parte in sé che prima vedevano soltanto nell’altro: il coraggioso si accorge di essere anche timido e il timido si rende conto di avere una parte coraggiosa. Curiosità La parola sanscrita Tantra è traducibile con il termine “ordito” o “trama” ed è composta dalla radice Tan = estendere, moltiplicare, e il suffisso Tra = strumento. Il significato del termine è dunque quello di strumenti (pratiche, rituali) per estendere la coscienza umana. L’immagine evocata è quella del tessuto, prodotto con il telaio attraverso l’intreccio di trama e ordito, metafora dell’unione della coscienza individuale con quella universale.

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